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Pecorara nella bufera della Resistenza
Dubbi, perplessità, note e precisazioni, ovvero le informazioni a carico di
Giovanni Molinari che sarebbe stato opportuno integrare in questo libro,
la cui testimonianza è estremamente importante perchè è una conferma che qualcuno si spacciava per lui.
Una ispezione di routine in casa di un sorvegliato politico: Giovanni Molinari brano tratto da "Il Filo della Memoria" «Accomodatevi, intanto faccio un po' d'ordine, sto mettendo a posto le mie cose.» «Lasci pur stare; non c'è nulla di nuovo, è la solita visita. » Il militare più giovane si guarda intorno incuriosito. Mura, più esperto, non da a vedere nulla. Guarda l'uomo massiccio completamente calvo che gli sta davanti, sfiora i due metri; Qualcuno si spacciava per Giovanni? Un uomo che "sfiora i due metri" di statura, non può essere definito piccolo, potrebbe essere malvestito senza dubbio date le privazioni della clandestinità Purtroppo queste cose non potevano essere note al Parroco a quell'epoca ma la sua testimonianza è molto importante, vediamo perchè. Sappiamo che Giovanni non era per niente piccolo, (lo chiamavano anche Giuanon) e che verrà ucciso nei pressi della località Moiaccio di Pecorara dagli uomini di Fausto Cossu, che lo stavano arrestando accusandolo di razzie nella zona di Pecorara e non fu arrestato dal Battaglione "San Marco" per Canale, cioè dai fascisti della RSI di Voghera. Cosa sichifica questo? La testimonianza di Don Arcelloni rafforza la ipotesi, formulata sempre dal Filo della Memoria di Sprega che ci fossero individui privi di ideologie o scrupoli che si spacciavano per lui. È probabile quindi che l'individuo presentatosi in canonica a Pecorara non fosse Giovanni Molinari, come ipotizzato anche negli atti processuali del Procedimento Cossu: brano tratto da: Il Filo della memoria - stralcio testimonianza del Procedimento Cossu I capi della banda sono comunque al corrente che qualcuno in giro, spacciandosi per partigiano del Lazzaro, sta facendo interventi fuori della logica partigiana. È certo che sono gli stessi componenti della Piccoli ad eliminare un algerino, da loro sorpreso in flagrante, mentre altri due, un austriaco ed un tipo di Varese riescono a fuggire. Conversando del libro con una persona di Pecorara nel giugno 2013. Maria, 85 anni, nella sala d'attesa dal medico mi racconta i suoi ricordi sull'uccisione del Podestà e del Segretario Politico in Pecorara: «Mio fratello ha visto quello che li ha uccisi mentre scappava e lui gli ha detto che dovevamo fare festa perchè erano stati uccisi due fascisti, ma mio fratello gli ha detto se erano uomini o bestie, per ucciderli così ma lui non ha risposto e se n'è andato». «Ma tu Maria, sai chi era uno di quelli che hanno sparato? » «No...» «Si chiamava Giovanni, era il nipote del primo Sindaco socialista di Fiorenzuola che è stato costretto dai fascisti a dimettersi a furia di bastonate. Vent'anni prima, mentre uscivano dall'osteria, Giovanni e suo fratello Carlo sono stati aggrediti dai fascisti, a Carlo gli hanno sparato nella nuca con la pistola e lui è stato colpito alla testa con una mazza di ferro, lo sapevi?» «No, veramente non sapevo queste cose»
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